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Il Teatro Sociale di Comunità: un teatro da fare più che da vedere, che unisce e che fa del bene

Updated: Nov 13, 2022

Instituto Ikigai.

Il teatro è una pratica antica, che già Ippocrate “prescriveva” ai suoi pazienti. Negli ultimi anni, anche grazie all’impegno di alcuni esperti è emersa una nuova forma di teatro, che intende quest'arte come qualcosa al servizio dell’uomo, chiamato Teatro Sociale e di Comunità.

Questo teatro è attento alla crescita umana nelle dimensioni culturale-artistica e sociale. Ha come riferimento fondativo i valori e i principi del rispetto delle differenze quale che siano; dell’inclusione e del contrasto delle diseguaglianze; del diritto individuale e della responsabilità sociale anche in relazione al benessere, alla qualità della vita e alla salute; delle competenze cognitive, emotive e relazionali utili alla vita (life skill); della possibilità di poter essere creativi ed artistici per restituire bellezza al mondo….


Il Teatro Sociale e di Comunità è una forma teatrale che ha due finalità: una di tipo culturale-artistico, propria della dimensione teatrale e una di tipo sociale, che riguarda l’empowerment della persona e delle relazioni tra persone.

Il TSC si caratterizza per coinvolgere attivamente le persone comuni nel processo creativo proprio del teatro in qualità di attori o altri ruoli. Un teatro da fare più che da vedere. Dalla sua nascita negli anni 1970, ad oggi, questa forma teatrale ha assunto nomi differenti. Dapprima denominato: Teatro della Diversità, Teatro del Disagio, Teatro Sociale o dell’Interazione Sociale fino ad arrivare negli anni 2000 a Teatro Sociale e di Comunità. In Europa, negli Stati Uniti e in Sud America, si sono sviluppate molte forme di teatro che operano all’interno di contesti sociali svantaggiati.

Negli ultimi 10-15 anni si è sviluppata nell’ambito di tutte le arti performative una tendenza ad agire attraverso l’arte nei contesti sociali per favorire una partecipazione culturale e sociale dei cittadini. Il Teatro Sociale di Comunità mira a coinvolgere diversi ambiti e realtà sociali, tra cui scuola, carceri, centri di salute mentale ma anche ospedali, periferie, aziende, contesti multiculturali. La metodologia del teatro sociale si rivela particolarmente efficace nell’inclusione sociale dei migranti, in quanto si concentra più sui processi che sui prodotti, più sulle azioni che sulle rappresentazioni, più sulla comunità che sul pubblico, più sulle relazioni che sulle mediazioni. Il teatro sociale si differenzia dall’animazione teatrale di un tempo, da quello commerciale e da quello d’avanguardia. Il teatro sociale non ha come finalità primaria il prodotto estetico, il mercato dell’intrattenimento o la ricerca teatrale, bensì il processo di costruzione pubblico e privato degli individui. L’altro confine del teatro sociale è la teatroterapia, termine con il quale ci si riferisce a diverse tecniche espressive e arti terapie utilizzate da psicologi, psicoanalisti e drammaterapeuti, per risolvere i problemi interiori e relazionali di individui o di piccoli gruppi. Queste interazioni tra arti saperi, pratiche e stili di vita sono il segno di un grande sommovimento culturale in atto nel mondo e l’indicazione di un metodo interculturale per costruire pacificamente e in modo non violento rapporti tra religioni, comunità e persone diverse. Nello specifico sono stati individuati tre settori di attività del teatro sociale: la formazione della persona, la costruzione dei gruppi e delle comunità, l’intervento culturale delle istituzioni. L'itinerario individuale del teatro sociale inoltre si può definire come un itinerario di conciliazione tra individuo e società.

Attraverso questa forma artistica che mira all’inclusione e integrazione sociale, il progetto Culinary - Ode to Diversity si pone l’obiettivo di realizzare laboratori di inclusione legati non solo ai linguaggi teatrali ma anche a quelli alimentari.

Il cibo e l’arte scenica si mescolano e si abbracciano per raccontare storie di culture e di esperienze diverse, per unire migranti e rifugiati adulti, dando loro la possibilità di sviluppare nuove competenze linguistiche teatrali e di networking, andando a condividere quelle che sono le loro conoscenze e i loro vissuti passati. Il cibo insieme al teatro costituisce dunque uno strumento potentissimo per raccontare storie di vita vera viaggiando attraverso colori e profumi diversi, dando a tutti la possibilità di conoscere l’altro e di immedesimarsi nella sua storia.


Bibliografia:

· Claudio Bernardi, Il teatro sociale, L’arte tra disagio e cura.

Claudio Tortone, DoRS e Alessandra Rossi Ghiglione, Social Community Theatre Centre. Il Teatro Sociale e di Comunità: un teatro che fa bene alle persone. Università degli Studi di Torino. https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3182#par_2

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